Sicuramente uno dei percorsi culturali più interessanti dal punto di vista storico-culturale, oltre che paesaggistico, offerto dalla parte più meridionale del Lago Maggiore è la visita a due delle più famose rocche Borromee: quella di Arona e quella di Angera. Costellata da innumerevoli episodi al confine tra mito e realtà, la Rocca di Arona è stata protagonista di numerosi vicende epiche tramandate dagli annali storici locali, vestendo i panni di vari padroni e resistendo agli attacchi di stranieri che utilizzavano il naturale corridoio geografico offerto dal Lago Maggiore per le loro sortite in Italia. Dal 1970 la sua proprietà è passata dalle mani dei Borromeo al Comune di Arona con un contratto di comodato affinché diventasse parco pubblico. Agli inizi di settembre 2011 è stata finalmente restituita agli aronesi ed ai turisti questo gioiello architettonico e paesaggistico con il suo grande parco, da cui si gode una bellissima vista del Lago sottostante. La sua ubicazione geografica la rende, sicuramente, uno dei punti panoramici di osservazione del Lago Maggiore più interessanti, con una vista impareggiabile sulla sponda lombarda e sulla Rocca di Angera ed è raggiungibile seguendo il sentiero che da via Cantoni conduce alla sommità del colle, oppure l’agevole via alla Rocca (da via Partigiani).
Tra i ruderi che ancora ricordano l’imponenza di quella che fu una grande fortezza, si può individuare il luogo che accoglieva la stanza di San Carlo, che proprio qui nacque nel 1538, la delimitazione della antiche mura ed i resti di altre costruzioni tra cui il magazzino, la “rocchetta”, la “scala segreta”. Scendendo in paese e raggiungendo l’area dell’imbarcadero, è possibile attraversare il lago a bordo di una delle numerose corse che giornalmente compiono i battelli per unire le due sponde, quella piemontese e quella lombarda, e approdiamo così ad Angera per poi iniziare la salita per giungere alla Rocca. Raro esempio di edificio medievale fortificato, perfettamente conservato, la Rocca Borromeo di Angera si erge su uno sperone di roccia calcarea che domina la parte meridionale del Lago Maggiore, non molto distante da quel piccolo golfo ubicato in frazione di Lisanza, laddove le acque del Lago Maggiore confluiscono in quelle del Fiume Ticino.
In posizione strategica per il controllo dei traffici, fu proprietà della casata dei Visconti, originaria del Verbano, e nel 1449 fu acquistata dai Borromeo, cui ancor oggi appartiene. Spettatrice attiva ma spesso anche passiva dei passaggi di imponenti eserciti che dal Nord Europa, attraversando le Alpi, passavano dal Lago Maggiore alla volta di Roma ed ammirata da sovrani, monarchi ed imperatori tardo-rinascimentali e dell’epoca moderna, l’imponente costruzione racchiude testimonianze importanti della storia locale, ripercorsa attraverso il mirabile ciclo di affreschi risalente alla fine del XIII secolo della “Sala della Giustizia”, le Sale Storiche e la Torre Castellana, dalla cui sommità si gode un panorama di rara suggestione: l’ampia distesa del Lago Maggiore, Arona, le Prealpi e le Alpi compongono uno scenario di insolita bellezza. Nella Rocca Borromeo è ospitato il Museo della Bambola e del Giocattolo, collezione più importante in Europa, cui è annessa un’ampia sezione dedicata agli automi francesi e tedeschi del XIX secolo ed una sala separata dal percorso dedicata a bambole e giocattoli di provenienza extraeuropea. Le vicende che caratterizzarono il XVI e XVII secolo nella nostra area geografica sono ricche di episodi che spesso sconfinano tra mito e realtà. La storia stessa di quel periodo è costellata da numerose leggende il cui principio storiografico spesso trascende dalle propri vesti per assurgere connotati epici. A tal proposito qualcuno ipotizza che i proprietari della Rocca di Angera avessero realizzato nell’antichità un’opera ingegneristica senza precedenti, collegando il castello per via sotterranea con la Rocca di Arona, dall’altra parte del lago. Il passaggio segreto che unirebbe le due fortificazioni passerebbe infatti non solo sottoterra, ma anche sott’acqua, superando il lago. All’interno di una grotta situata sotto la Rocca di Angera, infatti, si celerebbe ancor oggi una sorta di “magica porta segreta”, che si aprirebbe solo una volta ogni cento anni e che condurrebbe addirittura nel favoloso “regno delle fate”. La leggenda di questo ipotetico tunnel potrebbe esser quindi una metafora del passaggio tra due mondi speculari, simboleggiati dalle due rocche opposte?
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